Pagine

lunedì 29 giugno 2015

I diritti del lettore (Book Tag)



Questa volta faccio un tentativo. Invece di propinarvi un'incasinata recensione senza capo né coda, provo a cimentarmi con un book tag trovato su uno dei blog che seguo più volentieri: A Game of T.A.R.D.I.S..
Funziona così: un tuffo nei ricprdi, quando mi sono ritrovata davanti ai diritti imprescindibili del lettore secondo Daniel Pennac e ho pensato "sì, sì, è proprio così!", e un gioco di associazione, ad ogni diritto bisogna assegnare un libro.
Insomma, proviamoci!

1) Il diritto di non leggere. Un libro che non avete intenzione di leggere, né ora né mai. 


Colpa delle stelle, di John Green. Ovvero: la somma e unica ragione per cui mi ripromisi di non leggere mai e poi mai qualcosa di Green. Non sono molto brava con le promesse. Sia chiaro, io non ho paura di piangere. Piango per qualsiasi cosa. Ma ho dei seri problemi con i libri che parlano di malattie - essendo ipocondriaca, con le malattie in generale. Ho sempre considerato i libri come qualcosa che ti permettesse di fuggire dalla realtà quando è troppo dolorosa da sopportare. Mi piaccono le storie d'amore, i fantasy, tendenzialmente le cose che finiscono bene. O che non partono in tragedia.


2) Il diritto di saltare le pagine. Un libro che avete letto saltando pagine, interi capitoli, o magari soltanto lunghe descrizioni

La biblioteca dei morti, di Glenn Cooper, che sto leggendo adesso. Come tutti i libri che non mi convincono del tutto, tendo a perdermi, a pensare ad altro, a saltare le pagine se trovo noiose alcune parti.
Poi magari alla fine me ne manca un pezzo e non capisco del tutto il senso.
Tant pis.







3) Il diritto di non finire un libro. Un libro che avete lasciato a metà  

Elianto, di Stefano Benni. Tutto è cominciato al liceo, quando il mio migliore amico di allora, innamorato di Benni sin dal suo primo libro, mi disse "Questo devi leggerlo!". Nello stesso periodo, mi fu regalato La grammatica di Dio. Ne cominciai la lettura, partendo con ottime prospettive. La interruppi alla terza storia, scegliendo di non leggere nemmeno il tanto acclamato Elianto. Qualche mese fa, lo trovai in una libreria dell'usato, e lo presi pensando con un sorriso a quante volte ne ho rimandato la lettura senza un buon motivo.
A quasi metà libro, ho deciso che forse qualche motivo c'era.




 4) Il diritto di rileggere. Il libro che avete riletto più spesso.
Il Piccolo Principe, di Antoine de Saint Exupéry. Semplicemente, il mio libro preferito. Lo so a memoria, alcuni pezzi mi rimbalzano semplicemente in testa in determinati momenti della mia vita. Mi commuovo, ogni volta che capito tra le sue pagine. E scopro cose nuove, riflessioni fresche, sempre attuali.

5) Il diritto di leggere qualsiasi cosa. Un libro "per bambini" che avete letto da adulti, oppure un libro "per adulti" che avete letto da ragazzini.

Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, di Luis Sepúlveda. Letto da bambina, alle elementari. mi era piaciuto molto. Non l'ho letto pensando che fosse un libro da grandi, naturalmente. I micini e gli uccellini sono roba da mormocchietti, i grandi non hanno tempo per quelle cose, pensavo. Ma sospetto che se mi decidessi a rileggerlo scoprirei che mi ero persa molte cose.

6) Il diritto al bovarismo. Il libro che più vi ha fatto desiderare di essere tra le sue pagine e di avere la vita dei protagonisti.

L'arciere di Kerry, di Lynn Flewelling. Il libro che più mi ha fatto innamorare negli ultimi anni. Roba che quando ne parlavo con qualcuno e la povera vittima dei miei blabla si convinceva che sarebbe stato carino leggerlo, veniva subito avvertita: "Guarda che dovrai scegliere da che parte stare. Alec o Seregil. Considerala una questione di vitale importanza".
Il fatto che ci sia un'immagine del tenebroso faie dai capelli lunghi ancora appiccicata con lo scotch sulla mia scrivania, è la dimostrazione che non stavo affatto scherzando. 

7) Il diritto di leggere ovunque. Il posto più strano in cui l'avete fatto. Ehm, cioè, il posto più strano dove avete letto.


A Ferragosto, seduti sulla riva di un torrente, con un gruppo di colleghi e amici.
Loro prendevano il sole e giocavano a carte: perché io non potevo leggere qualche pagina?
Vi risparmio la descrizione delle loro facce.






8) Il diritto di spizzicare. Il libro che spizzicate con maggiore frequenza, perchè ne sentite più spesso la mancanza.

Non saprei citarne uno in particolare: la risposta potrebbe essere un nome, o meglio, un nome e un cognome. Terry Pratchett.
 Things just happen, what the hell.

9) Il diritto di leggere a voce alta. Un libro che almeno una volta avete provato a leggere ad alta voce.

 Shadows return, di Lynn Flewelling (sempre lei). Ovvero, come far sentire peggio un'amica cercando di risollevarne il morale. Mandate avanti la traduzione, vi prego, o potrebbe ricapitare.
Come leggere in inglese impegnandosi e cercando di dare un senso a quello che si legge senza sapere affatto cosa stia succedendo nel libro.






10) Il diritto di tacere. Un libro che vi ha sconvolto così tanto (in senso positivo o negativo) da non voler condividere quelle emozioni con nessuno.

Il gusto proibito dello zenzero, di Jamie Ford. Mi ha emozionato così tanto che non riuscirei a farne una recensione, e quando provo a consigliarlo, non riesco mai ad essere convincente. E se poi lo leggono e non lo apprezzano? Mi sembra come se fosse un piccolo tesoro...

2 commenti:


  1. Bell'idea! Su un paio di titoli potrei quasi copiarti... Ci rifletto con molta attenzione e lo faccio anch'io!
    Elianto mi avevi ormai convinta a leggerlo ed è lì che mi aspetta, se faccio la tua stessa fine ti subirai le mie lamentele!

    Ps: Oh, please tell me you're joking!

    RispondiElimina
  2. Stupendaaaaa! Ci penso e lo faccio anche io! :)

    RispondiElimina